...ovvero come esce una musica dalla testa
Performer della Compagnia delle MoRe dal 2010, interpreta Il Femminile. Autrice della sceneggiatura, è regista, scrive le armonizzazioni vocali, cura le coreografie, progetta e costruisce le scenografie, decide i costumi e il trucco di scena. A quanto pare, delegare non fa per lei.
Se dovessi descrivere quest’esperienza in poche parole sceglierei “un’avventura multidimensionale”.
In molte parole invece…
Conoscere Gus con tutta la sua sensibilità e l’enorme capacità di trasformarla in brani e storie e musica è stata la scintilla di tutto. Inizialmente, avevo timore a proporre quello che vedevo nella mia testa, per paura di andare a snaturare qualcosa che per me era già perfetto. Cantare i brani scritti da Gus è stato magico fin dall’inizio. Fare concerti con lui, Max e i ragazzi della Band è stato stimolante. Essere chiamata a metterci del mio mi ha dato la spinta decisiva. Quando però a inizio anno ci siamo messi al lavoro devo ammettere che mai avrei immaginato un risultato del genere in così poco tempo.
Ho avuto il privilegio di scrivere la sceneggiatura, inventarmi i personaggi e i dialoghi tra loro. Mi sono terribilmente divertita a tirare fuori tutti gli espedienti necessari per riuscire a legare in un modo o nell’altro i brani già scritti. Ho potuto approfondire la conoscenza delle canzoni inventando le seconde voci e le armonie. Sono tuttora emozionata e strabiliata per quello che tutto il cast è stato capace di elaborare da una pagina piena di parole: un carattere per il personaggio, un sottotesto per le battute, un mood per gli sguardi. E qui entra in campo il mio compito registico, il primo per me. Ho sentito forte e chiara la responsabilità di veicolare tutto quello che rappresenta questo testo; e di estrapolare da ogni persona il proprio potenziale, senza spaventare nessuno. I dubbi e le sicurezze alla fine delle prove. Una vera e propria montagna russa di emozioni, non sempre facile da gestire. Davide (Aiuto regia e mio fidanzato) è stato fondamentale in questo. Il cast ha fatto un’evoluzione sorprendente. Potrei dire che l’abbiamo fatta insieme. E infatti il copione ha continuato ad arricchirsi fino a pochissimi giorni prima del debutto. Sono sicura, tra l’altro, che non sia finita qui.
La sfida più grande è stata la gestione in parallelo di regia e presenza in scena. Due ruoli “sociali” che spesso cozzano. Tutt’ora non lo raccomanderei e se avessi potuto avrei scelto solo uno dei due lati. Tuttavia, sono davvero felice dell’esperienza: di ciò che ha stimolato in me e nel cast. Credo che questo periodo trascorso tutti insieme ci abbia uniti a livello umano e artistico. Ha fatto sì che potessimo conoscerci in più ambiti e questo ha creato un legame, uno scopo comune. Sono fermamente convinta che grazie a questo scopo comune ognuno si attivi per quelle che sono le proprie possibilità al massimo del proprio potenziale. Non c’è nulla di più bello: le energie e la sensibilità si intersecano per creare qualcosa che senza uno dei tasselli non ha ragione di esistere. Una musica in testa è lo spettacolo perfetto per provare tutto sulla propria pelle.
Noemi Felicani - Autrice, regista e attrice
Era tutto nella mia testa da anni. Poi un giorno ho deciso di scrivere quello che ricordavo o prendeva forma. Ho scritto un messaggio a Max ed ho chiesto: “ma per te è meglio leggere prima un testo o sentire prima la melodia di una canzone che vorrei farti cantare?” Lui ha risposto: “fa lo stesso”. Allora gli ho inviato Cantami qualcosa con una bozza di melodia al pianoforte e, in poco meno di qualche ora, avevo la sua versione cantata esattamente come la immaginavo. Poi ci ho preso gusto e sono venute fuori altre canzoni, per altri cantanti: la magia di un disco! Poi un altro… ma mai avrei immaginato che dai miei pezzi potesse nascere una storia, la storia di quello che sono, di quello che mi passa per la testa. E proprio nel momento in cui ho realizzato che stava accadendo sul serio, mi si è spalancato il ponte levatoio di un castello enorme, aperto per me da Noemi con la sua energia da guerriera. Si, perché portare in teatro una storia nata dalle mie canzoni significa provare a raccontare e anche un poco a recitare...
Io? Recitare? Macché!
Eppure sto iniziando a capire che posso raccontare me stesso in tanti modi, ed è anche quello che rende più divertente farlo, ma è un mondo nuovo e meraviglioso. Sta iniziando un viaggio spettacolare, accompagnato da amici unici e - come in un una saga fantasy - sto entrando nel castello. Con me ho un guerriero, un mago, forse un elfo, che mi supportano e mi suggeriscono la via. Molti enigmi, piccole e grandi sfide dovrò affrontarle da solo, con il loro sostegno. Sono appena entrato, non ho ancora acquisito la conoscenza e l'energia o le formule magiche per evolvermi ad un livello superiore. Porto però con me in scena tutto lo stupore infantile e mi propongo (con un poco di timore e faccia tosta) per mostrarlo a tutti coloro che ne vorranno essere contagiati, ma vi assicuro che tanti, tutti i sogni sono in coda.
Gus Savino - Compositore, autore e musicista
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